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Pesach - la festa e le sue parole

PESACH – LA FESTA E LE SUE PAROLE

Pesach (o Pesah) è una delle feste più grandi, sentite, e antiche nella religione ebraica (la prima volta in cui è stata festeggiata la festa fu circa 3.000 anni fa). In questo articolo vediamo tutto quello che riguarda Pesach – la festa e le sue parole in ebraico.

Pesach – la festa e le sue parole

La festa ha diversi nomi e viene chiamata anche “festa di primavera”, “festa del pane azzimo”, e anche “festa della libertà”.

La festa di Pesach – (Hag ha Pesah) חַג הַפֶּסַח

La festa di primavera – (Hag ha Aviv) חַג הָאָבִיב

La festa del pane azzimo – (Hag ha Matzot) חַג הַמַּצּוֹת

La festa della libertà – (Hag ha Herut) חַג הַחֵרוּת

Perché si festeggia Pesah?

La festa di Pesach commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù e l’esodo dall’Egitto. La storia dell’uscita dall’Egitto si trova nel vecchio testamento, nel libro dell’Esodo, che racconta appunto l’esodo dall’Egitto e la storia del viaggio del popolo Ebraico verso Israele.

In particolare, la storia racconta che dopo decenni di schiavitù sotto i faraoni egizi, durante i quali gli ebrei furono soggetti a lavori forzati, D-o mandò Mose dal Faraone con il messaggio “Manda il Mio popolo”. Tuttavia, nonostante i numerosi avvertimenti, il Faraone rifiutò di farlo, perciò D-o mandò dieci piaghe sull’Egitto, alla fine delle quali il Faraone acconsentì alla liberazione degli Ebrei. Nonostante questo, egli si pentì subito della decisione presa e li perseguitò nella loro fuga. Tutto questo viene raccontato nella famosa storia in cui Mosè fa aprire le acque del mar rosso, per far attraversare il mare agli ebrei, lo stesso mare che dopo si richiuse facendo annegare le truppe degli egiziani che stavano inseguendo gli ebrei in fuga dall’Egitto.

Schiavitù – (Avdut) עַבְדוּת

L’esodo dall’Egitto – (Yetziat Mitzraim) יְצִיאַת מִצְרַיִם

Faraone – (Par’o) פַּרְעֹה

Dieci Piaghe – (Esser ha Makot) עֶשֶׂר הַמַּכּוֹת / (Makot Mitzraim) מַכּוֹת מִצְרַיִם

Mosè e mare

Il nome Pesach deriva dal verbo “passare oltre”, riferito alle case degli ebrei, davanti ai quali l’angelo della morte sarebbe passato oltre durante la decima piaga dell’Egitto, colpendo solo i primogeniti egiziani e ‘passando oltre’ quelli ebrei. Cosi oltrepassando le loro case, i primogeniti degli ebrei furono salvati da questa piaga; da qui deriva il nome della festa, Pesach.

La data in cui si festeggia Pesach ‘cambia’ ogni anno secondo il calendario gregoriano. Questo perché le feste ebraiche vengono festeggiate secondo il calendario ebraico. La festa accade in primavera, dal 15 fino al 22 del mese ebraico di Nissan.

La durata della festa varia a seconda del posto in cui viene festeggiata. In Israele, Pesach dura sette giorni dei quali il primo e l’ultimo di festa solenne, gli altri di mezza festa. Fuori d’Israele la durata di Pesach è di otto giorni, dei quali i primi e gli ultimi due sono di festa solenne.

Cosa si fa a Pesach?

La cena di Pesach si chiama Seder. In questa occasione si prepara il tavolo con dei cibi tradizionali, ciascuno dei quali ha il suo significato, ricordando le difficoltà che gli antenati degli ebrei hanno affrontato in Egitto. Al centro tavola durante il Seder si posiziona la Ke’ara, il vassoio di Pesach.

Il Seder si osserva la prima sera della festività in Israele e le prime due sere fuori da Israele, in ricordo della notte che aveva preceduto la liberazione dalla schiavitù in Egitto. Durante la cena viene letta l’Haggadah, ossia il racconto dell’esodo accompagnato dalla spiegazione rabbinica del senso profondo di questo precetto.

Haggadah di Pesach

Il Seder, in ebraico vuol dire “ordine”, e infatti la cena festiva è preceduta da un ordine ben preciso di testi letti e di alimenti tipici che ricordano gli eventi narrati, discutendo secondo un ordine prestabilito le fasi dell’Esodo.

Una piccola (grande) curiosità: Il Seder più grande al mondo avviene a Katmandu a Nepal. Ogni anno ci arrivano circa 1.000 ospiti da tutto il mondo per il famoso Seder, festeggiato in grandissima compagnia. Vengono portate 1.000 bottiglie di vino, 500 kg di matza e tante altre pietanze.

Seder – סֵדֶר

Ke’arat Pesach – קַעֲרַת פֶּסַח

Haggadah - הַגָּדָה

Per poter tenere traccia di tutto durante il Seder, viene utilizzata l’Haggadah, letta durante tutta la sera di Pesach. L’Haggadah narra gli eventi raccontati durante la serata e indica quando bisogna mangiare i cibi tradizionali, raccontando il loro significato. Alcune parti di essa sono universali (per esempio le 4 domande, che vengono chieste all’inizio del Seder, e anche i cibi e il vino che vengono consumati in momenti particolari della lettura). Alcune parti, invece, possono essere personalizzate, parlando di argomenti attuali, questioni di giustizia sociale ecc. Alcune delle Haggadah vengono illustrate in modi particolari e ci sono della Haggadah che vengono trasmesse da una generazione all’altra dentro la famiglia. Leggere l’Haggadah rappresenta l’adempimento dell’obbligo biblico di raccontare la storia dell’Esodo ai figli e alle generazioni successive durante la sera di Pesach, trasmettendo la storia da una generazione a quella successiva.

Il più piccolo dei commensali ha un ruolo speciale nella lettura dell’Haggadah ed è proprio lui che comincia il Seder con la tradizionale ‘Ma Nishtana’, le 4 domande. La prima di esse è volta a sapere “in che cosa si distingue questa notte dalle altre?”. Tali domande consentono a tutti i presenti di spiegare, commentare, analizzare i significati dell’esodo e della miracolosa liberazione dall’Egitto.

Ma Nishtana? – מָה נִשְׁתַּנָּה

Domanda – (She’ela) שְׁאֵלָה

Oltre a leggere l’Haggadah si usa anche mangiare diversi cibi che ricordano e simboleggiano la storia, le sofferenze e le gioie del popolo ebraico. Si mangia la matza  (pl. matzot), il pane azzimo.

Matza – מַצָּה

Chametz - חָמֵץ

Matza

In ricordo del fatto che quando furono liberati dalla schiavitù gli Ebrei lasciarono l’Egitto tanto in fretta da non avere il tempo di far lievitare il pane, per tutta la durata della ricorrenza è assolutamente vietato cibarsi di chametz.

Chametz è il termine che indica ogni cibo o bevanda ricavato da frumento, orzo, segale, avena, farro o loro derivati, proibiti a Pesach in quanto lievitati. Persino un cibo che contiene soltanto una traccia di chametz è proibito e deve essere eliminato. Quindi durante la settimana della festività non si può mangiare non solo pane, ma neanche i biscotti, torte, pizza, pasta e non si può nemmeno bere una birra. Si deve invece far uso di matza, il pane azzimo, un pane non lievitato e scondito, che è anche simbolo della durezza della schiavitù.

Liberare le case dal chametz è un processo impegnativo che include una ricerca e una pulizia accurata svolta nelle settimane prima di Pesach e che culmina con la cerimonia della ricerca del chametz, una sorta di ‘’caccia al tesoro”,  alla ricerca delle minime tracce di chametzsparse a casa, e infine con la bruciatura del chametz il mattino prima della festività. I più osservanti hanno dei piatti e posate utilizzati solo durante il Pesach, in modo da evitare qualsiasi contatto con il chametz.

Ma non vi preoccupate al giorno d’oggi esistono tutti i cibi adattati alle regole del Pesach perciò esistono pure i panini non lievitati e perfino anche le pizze speciali preparate secondo le regole, in modo che si possano mangiare durante Pesach. Anche la Coca cola prepara un’edizione speciale per la festa negli Stati Uniti, certificata dagli ebrei ortodossi così da essere adatta per il consumo durante Pesach. Le bottiglie di questa edizione hanno un tappo giallo al posto di quello rosso tradizionale.

In Israele i ristoranti propongono un menù speciale per Pesach, quindi non c’è nessun problema nei cibi che si trovano durante la festività. Inoltre, è un vero paradiso per le persone che non mangiano glutine, perché tanti cibi adattati per Pesach sono anche senza glutine.

Ristorante –  (Mis’ada) מִסְעָדָה

Menu – (Tafrit) תַּפְרִיט

La Matzo ball (una pietanza particolare del Pesach) più grande al mondo, è stato preparato al Festival dei cibi Ebraici in Arizona nel 2010. Pesava più di 220 kg. Conteneva più di 1,000 uova e più di 50 kg di matza.

La festa di Pesach

Durante il Seder bisogna anche bere 4 bicchieri di vino o succo d’uva, una bevanda per festeggiare la libertà. Un quinto bicchiere viene riempito (e rimane non toccato) per il Profeta Eliyahu, che si crede dovrebbe passare durante la notte.

Bicchieri di vino – (kosot yain) כּוֹסוֹת יַיִן

Succo d’uva – (Mitz anavim) מִיץ עֲנָבִים

Altri piatti tipici che si consumano durante il Seder e che sono presenti sulla Ke’ara (il vassoio del Seder):

Ke'ara di Seder


Zeroa – זְרוֹעַ : Lo stinco di agnello o il collo di pollo arrosto, a ricordo del sacrificio pasquale dell’agnello.

Il Karpas – כַּרְפַּס (generalmente sedano, prezzemolo o una patata), che nella parola ebraica ha le stesse lettere della parola “inutile” (pareh), come il lavoro con cui gli egiziani opprimevano gli ebrei. Viene immersa in acqua salata per rappresentare le lacrime e il dolore che sentivano gli schiavi.

Beitza – בֵּיצָה: L’uovo sodo, simbolo del sacrificio che si portava al Tempio in aggiunta all’agnello.

Maror – מָרוֹר, Hazeret – חָזֶרֵתּ: Le erbe amare, gambi di lattuga romana o cren (maròr e chazeret), a memoria delle sofferenze patite in Egitto,

La Charoset – חרוסת:  una marmellata dolce, l’impasto di mele, pere, noci e vino, simile nell’aspetto alla malta con cui gli ebrei producevano mattoni in Egitto.

Ci sono anche dei canti tradizionali, cantati verso la fine dell’Haggadah e ci sono anche dei giochi.  Durante il seder, una matza viene spezzata in due, una di queste due meta si chiama Afikoman. Spesso l’Afikoman viene avvolto da un tovagliolo e viene nascosto ai bambini, che devono cercarlo durante il Seder. Quando lo trovano e lo riportano alla persona che conduce il Seder, vengono ricompensati con dei regali.

Afikoman – אֲפִיקוֹמָן

Regalo – (Matana) מַתָּנָה

Poche occasioni sono più adatte per andare a visitare Israele, che durante questa festa. Pesach è un periodo di primavera, con un bel tempo e tantissime attività per i giorni di festa. Pesach è un evento molto importante nel calendario ebraico, ed è una festa molto sentita in Israele. I giorni intermedi durante la settimana di Pesach, sono spesso giorni di vacanza, in cui le famiglie vanno a fare le gite e vengono organizzati degli eventi importanti per tutti gli israeliani. Tanti usano questi giorni per andare al mare, visto che in questo periodo in Israele fa già caldo.

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Pesach Sameah!

Vi auguro Pesach Sameach! !פֶּסַח שָׂמֵחַ

L’ALFABETO EBRAICO PER PESACH

L’ALFABETO EBRAICO PER PESACH

Pesach è la festività che ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù e l’esodo dall’Egitto. Qui vedremo insieme l’alfabeto ebraico per Pesach: il dizionario della terminologia in ebraico che vi servirà per la festa di Pesah (Pesach o Pèsah).

L’alfabeto ebraico per Pesach – il dizionario completo per la festa

‘’Seder’’ è il nome della cena tradizionale che si fa durante la vigilia della festa, in cui viene eseguita la lettura della ‘Hagada shel Pesah’ (Haggadah di Pesach ) e vengono consumati i cibi e i quattro bicchieri di vino in un ordine prestabilito. Seder in ebraico vuol dire ‘ordine’, in questo articolo facciamo ordine e impariamo le parole della festa di Pesach secondo l’ordine dell’alfabeto ebraico.

Cominciamo a fare ‘seder’:

L’alfabeto ebraico per Pesach:

א

Aviv – אָבִיב

La primavera: La festa di Pesach si chiama anche ‘la festa della primavera’. Il mese ebraico di Nissan, in cui accade Pesach, nella Torah si chiama anche ‘il mese di primavera’.

Arba Kosot – אַרְבַּע כּוֹסוֹת

I quattro bicchieri: Durante il Seder si bevono quattro bicchieri di vino. Perché quattro? Nel libro dell’ Esodo vengono usati quattro termini per descrivere la redenzione degli ebrei dall’ Egitto: Vi farò uscire;. Vi Salverò; Vi Libererò; Vi Prenderò. Le parole ‘bicchieri di vino’ sono menzionate ben quattro volte nel sogno del capo dei coppieri del Faraone descritto in Genesi 40, 11-13. Si pensa che questi bicchieri sono un’allusione alla liberazione degli ebrei dall’Egitto; secondo la Kabbalah esistono quattro forze di impurità e durante Pesach, quando festeggiamo la nostra libertà materiale, festeggiamo anche la libertà da queste impurità.

4 bicchieri

ב

Bedikat Chametz – בְּדִיקַת חָמֵץ

Il controllo del chametz: chametz sono i cibi lievitati che vengono proibiti durante Pesach. E’ vietato tenere a casa il chametz in tutta la durata della festa. Prima della sera del Pesah si usa a fare un controllo molto rigoroso della casa, per verificare che non ci siano rimaste neanche briciole di chametz.  E’ usanza mettere in casa 10 pezzettini di chametz in modo che vengano trovati da chi effettua la bedikat chametz. La ricerca deve essere fatta a lume di candela.

ג

Gdi – גְּדִי

Un capretto, il protagonista della famosa canzone di Had Gadya, cantata durante il Seder. Vedi alla lettera ח.

Had Gadya

ד

Dayenu  – דַּיֵּנוּ

Dayenu è una canzone che fa la parte dei canti della Haggadah. La parola “Dayenu” significa “sarebbe stato sufficiente”, o “sarebbe bastato”. La canzone è sull’ essere grato a D-o per tutti i regali che diede agli ebrei, come tirarli fuori dalla schiavitù, dandogli Torah e Shabbat , dicendo che sarebbe stato comunque sufficiente ricevere anche un solo regalo da D-o.

ה

Haggadah di Pesach – הַגָּדָה שֶׁל פֶּסַח

L’Haggadah è il libro usato durante il Seder. La parola Haggadah significa “raccontare”, infatti l’Haggadah  narra l’uscita del popolo ebraico dall’Egitto, la storia è arricchita di commenti e seguita da una cena che si conclude con canti e melodie che si tramandano di generazione in generazione. Lo scopo principale dell’Haggadah, quindi è di facilitare il racconto della storia dell’Esodo dall’Egitto. Esso fa anche da guida per i partecipanti al Seder illustrando i vari passi e riti che vanno eseguiti. L’ Haggadah recitata in ottemperanza all’obbligo biblico: «Quel giorno sarà per voi un giorno da ricordare e lo celebrerete come una festa all’Eterno; lo celebrerete d’età in età come una legge perpetua» (Esodo 12, 14).

Haggadah shel Pesach

ו

Ve Higadeta le binha – וְהִגַּדְתָּ לְבִנְךָ

Il comandamento principale della sera di Pesach è raccontare la storia dell’esodo dall’Egitto ai bambini. La lettura dell’Haggadah, fa sì che i bambini crescano conoscendo la storia dell’uscita dell’Egitto e sapendo che questa è una parte essenziale della loro storia.

ז

Zroa - זְרוֹעַ

Zroa è il collo del pollo arrostito o la zampa di agnello. Esso simboleggia il sacrificio pasquale portato al Tempio di Gerusalemme il pomeriggio della vigilia di Pesach.

Vassoio di Pesach

ח

Had Gadya – חַד גַּדְיָא

Had Gadya (il capretto), la famosa canzone pasquale, l’ultima delle tre canzoni del Seder, cantata in tutte le tradizioni ebraiche. Had Gadya è una canzone cumulativa (ogni verso riprende i versi precedenti) che mette in parallelo il destino di un capretto innocente e quello del popolo di Israele.

ט

15 di Nissan - ט"ו בְּנִיסָן

La data di 15 (ט"ו in Ghimatria) del mese di Nissan (del calendario ebraico) è la data dell’inizio del Pesach, che dura sette giorni fino al כ"א (il 21 del mese di Nissan).

י

Yetziat Mizraim – יְצִיאַת מִצְרַיִם

L’esodo dall’Egitto: Pesach è la grande festa della libertà. La festività celebra la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana e l’esodo dall’Egitto. Gli ebrei furono resi schiavi dal Faraone, obbligati a durissimi lavori e ad una vita piena di sofferenza. Mosè li condusse fuori dalla terra d’Egitto e da questo momento diventarono un vero popolo libero.

Esodo dall'Egitto

כ

Kos shel Eliyahu ha Navi - כּוֹס שֶׁל אֵלִיָּהוּ הַנָּבִיא

Il bicchiere del profeta Eliyahu: durante il Seder si riempie di vino un bicchiere, si apre la porta d'ingresso della casa e si recita il passaggio che simboleggia l’invito che rivolgiamo al profeta Eliyahu. Secondo la tradizione egli arriva in ogni casa e prende un sorso del vino, lasciato sul tavolo durante la notte.

ל

Leil ha Seder – לֵיל הַסֵּדֶר

La vigilia della festa di Pesach, in cui si legge la Haggadah e si consumano i cibi tradizionali. Seder vuol dire "ordine" e l’origine del nome deriva dal fatto che tutti i rituali fatti durante questa sera vengono fatti con un ordine particolare prestabilito.

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מ

Ma Nishtana – מָה נִשְׁתַּנָּה

La canzone ‘Ma Nishtana’ (che domanda come è diversa questa serata da tutte le altre sere dell’anno) viene cantata dal commensale più giovane o in coro, dai più giovani, all’inizio della serata. Questa canzone è composta da quattro domande (Arba Kushiyot – ארבע קושיות) rivolte dal bambino agli adulti: 1.Perché tutte le altre sere mangiamo pane, e questa sera pane azzimo? 2.Perché tutte le altre sere mangiamo qualsiasi tipo di verdure, e questa sera erba amara? 3.Perché tutte le altre sere non intingiamo (si parla del sedano intinto in acqua e sale) neppure una volta, e questa sera due volte? 4.Perché tutte le altre sere mangiamo seduti, e questa sera sdraiati? Le domande danno il via alle alla lettura successiva della Haggadah che narra gli eventi legati all’uscita dall’Egitto e dà in questo modo anche le risposte alle domande fatte.

matzah (o matza) – מַצָּה

Pane azzimo: Durante l’Esodo dall’Egitto, nella fretta di prepararsi alla fuga le famiglie che dovettero nella notte allestire le provviste non ebbero il tempo di far lievitare il pane da portarsi via. In ricordo di questo avvenimento durante Pesach bisogna astenersi da ogni cibo lievitato (chametz) e che abbia come ingredienti frumento, orzo, avena, spelta. La caratteristica della matza, infatti è di non essere lievitata.

Matza - L’ALFABETO EBRAICO PER PESACH

נ

Nikayon – נִקָּיוֹן

Pulizia – essendo proibito tenere il chametz a casa, si usa pulire la casa molto molto bene prima della festa.

ס

Seder – סֵדֶר

 Il Seder è la cena, che si osserva solo la prima sera in Israele e le prime due sere della festività all’estero. Durante la cena è prestabilita la sequenza di diverse ritualità; gli elementi principali del seder di Pesach sono l’Haggadah, la matza, la ke’arà (il vassoio del seder) e i quattro bicchieri di vino. 

Seder - L’ALFABETO EBRAICO PER PESACH

ע

Esser ha makot – עֶשֶׂר הַמַּכּוֹת

Le dieci piaghe inflitte all'Egitto per indurre il Faraone a lasciare liberi gli Ebrei: tramutazione dell'acqua in sangue, invasione di rane, invasione di zanzare, invasione di mosche,  morte del bestiame, ulcere su animali e umani, pioggia di fuoco e ghiaccio (grandine), invasione di cavallette, tenebre, morte dei primogeniti maschi.

10 piaghe

פ

Pesach – פֶּסַח

È la festività che ricorda la liberazione del popolo ebraico dall'Egitto e il suo esodo. La festa dura sette giorni in Israele e otto giorni fuori da Israele. La parola Pesach significa “passaggio”  e si riferisce ad una delle dieci piaghe ovvero quando D-o passò oltre le case degli ebrei, risparmiando i loro primogeniti dalla morte che invece colpì tutti i primogeniti egiziani.

צ

Tzafon – צָפוֹן

È uno dei nomi dell’ afikoman nell’Haggadah:

Afikoman – אֲפִיקוֹמָן

La parola afikoman viene dal greco “epikomen” o “epikomion” che significa “ciò che viene dopo”. Uno dei primi passaggi del Seder (prima di iniziare a raccontare la storia dell’Esodo) consiste nel prendere la seconda di tre matzot (pane azzimo), che si trova tra le altre due, sotto il piatto del Seder, e dividerla in due parti. La metà più piccola viene riposta tra le altre matzot mentre l’altra metà viene nascosta e i bambini la cercano e la restituiscono in cambio di un regalo alla fine del seder. Questa matzà si chiama afikoman, perché viene mangiata dopo il pasto del seder per commemorare il sacrificio pasquale.

ק

Kneidlach – קְנֶיְדָּלָךְ

La zuppa di matzah (o matza)  balls è un piatto della tradizione ebraica, sovente consumato nel periodo di Pesach. Sono delle polpettine di pane azzimo nel brodo.

Kneidlach - L’ALFABETO EBRAICO PER PESACH

ר

Rasha - רָשָׁע

Il figlio malvagio, uno dei quattro figli di cui parla l’Haggadah:

Arba’a banim – אַרְבָּעָה בָּנִים

Nell’Haggadah di Pesach sono menzionati i "quattro figli": il saggio, il malvagio, l’ingenuo e colui che non è in grado di porre domande. Queste quattro categorie si riferiscono al comandamento principale di Pesach: raccontare e spiegare ai bambini la storia dell’esodo dall’Egitto. In questo modo la tradizione viene tramandata da una generazione all’altra ad ognuno prendendo in considerazione l'indole di ciascuno e la sua età.

ש

Shloshet ha regalim – שְׁלֹשֶׁת הָרְגָלִים

Sono le tre ricorrenze di festività ebraiche con pellegrinaggio: Pesach, Shavuot e Sukkot, in cui gli ebrei facevano un pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme, come comandato dalla Torah.

ת

Teanit Bechorot – תַּעֲנִית בְּכוֹרוֹת

Digiuno del primogenito è un giorno di digiuno, che di solito cade nel giorno prima di Pesach, cioè il 14º giorno del mese di Nissan. A differenza degli altri digiuni ebraici, in questa occasione solo i primogeniti hanno il dovere di digiunare, da cui appunto il nome "Digiuno del Primogenito". Questo digiuno commemora la salvezza dei primogeniti del popolo ebraico durante le piaghe d’Egitto.

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L’ALFABETO EBRAICO PER PESACH !חַג שָׂמֵחַ

Tu Bishvat - la festa e le sue parole

TU BISHVAT – LA FESTA E LE SUE PAROLE

Il Tu Bishvat è una festa ebraica in cui si festeggia il Capodanno degli Alberi.

Il nome Tu Bishvat significa semplicemente il 15 del mese di Shvat (o Shevat), la data in cui avviene questa festa. TU (ט”ו), che è il numero quindici nella Ghimatria; “be” – בּ – significa “in” in ebraico; Shvat – è il mese Shvat del calendario ebraico, che cade a gennaio o a febbraio nel calendario gregoriano.

TU BISHVAT-  טוּ בִּשְׁבָט

CAPODANNO DEGLI ALBERI – רֹאשׁ הַשָּׁנָה לָאִילָנוֹת

Il 15 del mese di Shvat celebra il momento in cui in Israele, dopo il periodo invernale, spuntano le prime gemme sugli alberi e la frutta comincia a maturare. Questo indica l’arrivo della primavera e l’inizio di un nuovo ciclo di vita della natura.

Albero – Ez – עֵץ

Capodanno – Rosh Ha Shana – רֹאשׁ הַשָּׁנָה

Frutta – Perot – פֵּרוֹת

Tu Bishvat, l'arrivo della primavera

Tu Bishvat proviene dalla Mishna (l’insieme della Torah orale e il suo studio) dove è indicato come il Capodanno degli alberi. Non è una festa stabilita nella Torah scritta, come Pesach, Shavu’ot e Sukkot; e non è come le feste di Hanukkah e di Purim, le due feste principali nell’ebraismo, la cui fonte non è dalla Torah. La celebrazione di Tu Bishvat è legata alla tradizione.

Festa – Hag – חַג

Pesach – פֶּסַח

Shavu’òt – שָׁבוּעוֹת

Succòt – סוּכּוֹת

Hanukkah – חֲנֻכָּה

Purim – פּוּרִים

L’origine di Tu Bishvat

Il calendario ebraico si fonda sul ciclo della natura. Secondo le leggi della Bibbia l’andamento degli anni è diviso in cicli di sette anni, il settimo anno è l’anno sabatico.

Nell’antica società in Israele ogni anno i contadini dovevano prelevare una decima del raccolto agricolo. Le decime sono la quota del raccolto agricolo che cresce nella Terra d’Israele. La destinazione delle decime veniva decisa secondo il ciclo dei sette anni del calendario ebraico; essa veniva versata ai sacerdoti, ai Leviti e ai poveri, così come comandato nella Torah e nella letteratura Halachica.

Tu Bishvat, la raccolta della decima

La decima era calcolata sui frutti delle piante; nell’ anno sabatico i prodotti della terra non venivano raccolti e la terra veniva fatta riposare. Inoltre, nell’anno sabatico non si prendeva una decima e tutti i frutti cresciuti in quell’anno non avevano un proprietario e qualsiasi persona poteva prenderli.

Era quindi molto importante stabilire quando cominciava il nuovo anno della produzione agricola e a quale anno appartenesse un certo prodotto. Tu Bishvat è una data utilizzata per segnare l’età di un frutto ai fini del raccolto delle decime.

Calendario – Luah Shana – לוּחַ שָׁנָה

Natura – Teva – טֶבַע

Anno – Shana – שָׁנָה

Come si calcola l’età di un frutto?

E’ stato stabilito che ogni frutto nato prima del Tu Bishvat (il 15 di mese di Shvat) apparteneva all’anno precedente; invece la frutta che nasce e matura dopo la data di 15 del mese di Shvat apparteneva all’anno nuovo. Perciò il 15 di Shvat simboleggiava il passaggio da un anno a quello successivo e quindi anche la data dell’inizio dell’antico nuovo anno fiscale.

Perché la data di Tu Bishvat?

Nella zona di Israele, e in particolare a Gerusalemme, la stagione di pioggia comincia intorno alla festa di Sukkot (che cade tra settembre ed ottobre). Ci vogliono approssimativamente quattro mesi di pioggia per saturare il suolo e nutrire gli alberi per produrre frutti. Questi quattro mesi sono il periodo che passa tra Sukkot (il 15 del mese di Tishrei) e Tu Bishvat (il 15 del mese di Shvat).

Pioggia in Israele

Tutta la frutta che è nata prima della data di Tu Bishvat è il prodotto della pioggia dell’anno precedente e si prende la decima dal prodotto dell’anno scorso.

Mese – Hodesh – חוֹדֶשׁ

Pioggia – Geshem – גֶּשֶׁם

Goccia – Tipa –  טִיפָּה

Grandine – Barad - בָּרָד

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Le tradizioni di Tu Bishvat

Il momento più significativo, come in tante altre feste ebraiche, avviene durante la cena seduti a tavola, dove si celebra questa occasione.

Cena – Aruhat Erev – אֲרוּחַת עֶרֶב

Seder – סֵדֶר

Seder di Tu Bishvat

La sera di Tu Bishvat si consuma una cena, il Seder di Tu Bishvat. Seder significa “ordine”. Il Seder del capodanno degli alberi è pieno di simboli ed i cibi hanno un valore simbolico e vengono consumati secondo un ordine stabilito e specifico. E’ un rituale che collega i partecipanti alla terra ed al giorno d’oggi trasmette anche un messaggio per l’ambiente.

A Tu Bishvàt si usa mangiare frutta di tipi diversi. In particolare si mangiano i frutti delle sette specie della terra d'Israele. Questi vengono elencati nel Deuteronomio e sono il grano e l'orzo, l'uva, i fichi, le melagrane, le olive e i datteri. Inoltre, si mangiano anche pistacchi, noci, agrumi e poi ogni altro tipo di frutto dell’albero e in particolare le mandorle. Le mandorle, e in particolare il mandorlo, hanno un significato particolare a Tu Bishvat, dato che in Israele è uno dei primi alberi a fiorire a gennaio- febbraio, in coincidenza con questa festa. Ad oggi, al tavolo del Seder di Tu Bishvat si trova della frutta fresca, frutta secca e altre pietanze.

Il mandorlo, Tu Bishvat

Mandorlo – Shkediya - שְׁקֵדִיָּה

L’uva – Anavim – עֲנָבִים

Uvetta – Tsimukim – צִמּוּקִים

Olive – Zeitim – זֵיתִים

Datteri – Tmarim - תְּמָרִים

Durante il Seder si mangia in successione, con un ordine prestabilito, questa frutta. Quando si mangia la frutta, prima si recita la benedizione. Inoltre, durante il Seder avviene la lettura e il commento dei brani biblici.

Ulteriormente, durante il Seder si bevono quattro bicchieri di vino, lo stesso numero dei bicchieri di vino che si bevono durante il Seder di Pesah. A Tu Bishvat il primo bicchiere è tutto di vino bianco; il secondo di vino bianco misto a un po’ di vino rosso; il terzo metà vino bianco e metà vino rosso e il quarto tutto di vino rosso.

Quattro bicchieri di vino a Tu Bishvat

La ricchezza di simboli che questo giorno propone si trasmette anche nei bicchieri di vino. I quattro bicchieri di vino, bianco e rosso, hanno diversi significati. Uno dei significati è che i bicchieri rappresentano l’avvento della primavera sull’inverno. Il vino bianco simbolizza l’inverno, il vino bianco misto al rosso simbolizza il segno dell’arrivo della primavera; il vino rosso simbolizza la primavera.

Dall'inverno alla primavera a Tu Bishvat

Vino – Ya’in - יַיִן

Rosso – Adom - אָדֹם

Bianco – Lavan - לָבָן

Inverno – Horef - חוֹרֶף

Primavera – Aviv - אָבִיב

Tu Bishvat e il messaggio ambientale

La festa di Tu bishvat festeggia il legame tra la natura e l’uomo. Tu Bishvat è una festa allegra, che divenne anche il simbolo del legame tra il popolo ebraico e la Terra d’Israele e la ricostruzione della Terra. In questo giorno si festeggia e si ricorda il rispetto dei cicli della natura e l’attaccamento alla terra.

Terra – Adama – אֲדָמָה

Uomo – Adam - אָדָם

Legame alla terra e alla natura a Tu Bishvat

Tu Bishevat è celebrato come un giorno di consapevolezza ambientale ed è un'opportunità per sensibilizzare e prendersi cura dell'ambiente celebrando la natura. È anche un giorno per concentrarsi sulla sensibilità del tema e della tradizione ebraica piantando alberi.

Tu Bishvat e l'ambiente

Attualmente in Israele si festeggia con una bellissima tradizione, di piantare nuovi alberi. La piantagione di alberi avviene come testimonianza del legame alla terra. Inoltre, piantare alberi nell’ebraismo è ritenuto essere un atto molto importante.

Per educare a questi valori e alla conservazione e la cura dell’ecosistema, si insegna ai bambini il rispetto della natura. Le scuole organizzano cerimonie per celebrare la festa e sottolineare l’importanza della natura nelle nostre vite.

Piantare alberi a Tu Bishvat

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Buona festa! Auguri! – Hag Sameah - חַג שָׂמֵחַ